Assunta
(lunedì 2 agosto 2010)
Categoria: Paura
Ricordando con paura
22:19 del 02-08-2010
Oggi ricorre l'anniversario dello scoppio della stazione di Bologna. Se chiudo gli occhi, ricordo ancora quando ho sentito la notizia in tv trent'anni fa. Allora abitavo a Lecco ed avevo i miei figli piccoli. Quando ho sentito la notizia, per un momento il cuore mi si è fermato dal terrore, mio marito (ferroviere) avrebbe dovuto scortare un treno, proprio in quella linea e su per giù allo stesso orario. con le mani che mi tremavano telefonai al viaggiante, ma mi assicurarono che non era quello il treno. La sera quando tornò a casa mio marito, era in uno stato pietoso, pallido e spaventato. Il suo treno per un disegno strano del destino, è transitato pochi minuti prima dello scoppio. Dopo trent'anni, ancora non si sa veramente il perchè di tutti quei poveri morti innocenti. Io ho visto lo squarcio provocato dallo scoppio, ed è stato terribile. Hanno riparato la stazione, ma le rovine le hanno lasciate come memoria per non dimenticare.
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mafalda
(lunedì 2 agosto 2010)
Cara Assunta , anch'io ho un motivo per ricordare questo evento , proprio il giorno prima , alla stessa ora , mia madre , e mia sorellina , erano scese alla stazione di Bologna , per andare a trovare la zia che abitava in quella citta' .
Un brivido lungo la schiena il giorno del 2 agosto 1980 . Se solo avessero deciso di partire l'indomani , sarei stata lì a piangere i miei cari .Purtroppo assieme al disastro di Ustica e piazza Fontana , è uno dei massacri che oscurano le pagine della storia italiana , e i veri colpevoli , forse non li troveranno mai .....
Un brivido lungo la schiena il giorno del 2 agosto 1980 . Se solo avessero deciso di partire l'indomani , sarei stata lì a piangere i miei cari .Purtroppo assieme al disastro di Ustica e piazza Fontana , è uno dei massacri che oscurano le pagine della storia italiana , e i veri colpevoli , forse non li troveranno mai .....
alessia (Anonimo)
(martedì 3 agosto 2010)
care mafalda e assunta, io x mia fortuna nn ho vissuto nel periodo di questa tragedia però nonostante che la storia non mi interessi questo fatto mi ha colpita davvero tanto.. mi dispiace molto x la situazione che avete vissuto ma da quello che ho capito non è succ niente di brutto a voi e alle vostre famiglie.. be sono contenta.. molto contenta.. comunque come ho gia detto anke se non h vissuto in questo periodo il solo pensiero mi mette paura e tristezza....
BART (Anonimo)
(martedì 3 agosto 2010)
SI LO SO... NEGLI ANNI OTTANTA CI SONO STATI CIRCA 85 MORTI... VERO?
Assunta
(martedì 3 agosto 2010)
11:16 del 03-08-2010
Vedi Alessia, per fortuna non è successo nulla di irreparabile, ma ti assicuro che in un primo momento, il terrore è stato tanto. Tante volte penso: se ho provato un dolore del genere e poi non è successo nulla di irreparabile, cosa provano i parenti delle vittime che non torneranno più? Per me è terrificante.
Vedi Alessia, per fortuna non è successo nulla di irreparabile, ma ti assicuro che in un primo momento, il terrore è stato tanto. Tante volte penso: se ho provato un dolore del genere e poi non è successo nulla di irreparabile, cosa provano i parenti delle vittime che non torneranno più? Per me è terrificante.
Alessandra
(martedì 3 agosto 2010)
Ciao, amiche!!!!!!!!!!! sono sicura ke appena invierò questo messaggio sparirete tutti...............nn becco mai il momento giusto?!!!!
BART (Anonimo)
(mercoledì 4 agosto 2010)
pagina di giornale
«Strage di Bologna, tragedia da ricordare per evitarne altre»
Libero Mancuso parla al Corriere del 30º anniversario della strage e del suo significato
Di LEONARDO N. MOLINELLI
Articolo pubblicato il: 2010-07-31
«È una verità scomoda» quella della strage di Bologna. Libero Mancuso ne è più che convinto. Ed è per questo che in tanti provano a negare e a contrastare le sentenze passate in giudicato che hanno condannato Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini per la più grande strage della storia italiana.
«Non ci sono riusciti ma non demordono», spiega l’ex presidente della Corte d’assise di Bologna, sezione unica, oltre che ex presidente della Sezione del Riesame che della bomba del 2 agosto 1980 si è occupato di persona. «Scendono in campo personaggi di varia estrazione politica per tentare di scardinare le prove acquisite nei processi. Sono anni e anni che va avanti questa storia. Questa verità è scomoda. Le stragi devono avere un autore».
Perché le sentenze non vengono ritenute attendibili e si cercano altre verità?
«Avevano promesso che ci sarebbe stata la revisione del processo nell’immediatezza del passaggio in giudicato della sentenza di condanna definitiva e invece non hanno avanzato questa richiesta. Ogni tanto vengono fuori con nuove verità. Si tratta sempre di sciocchezze, di invenzioni, frutto di fantasia e questa storia va avanti da tanti anni».
Perché non si può accettare la verità giudiziaria, ci sono parti della sentenza che possono dar adito a dubbi e riletture?
«C’è da considerare che sono stati condannati, per avere ingannato i giudici e deviato le indagini, i vertici del nostro servizio segreto e i vertici della P2, che da anni coincidevano. Dunque, evidentemente quegli autori materiali non erano poi dei ragazzini ma sono persone che hanno servito il potere politico probabilmente anche in omicidi e sono in grado di condizionare. Non ci inganniamo quando affermiamo che gran parte del potere politico è sottoposto a pesanti condizionamenti».
Si tenta di sminuire il ruolo degli esecutori per sminuire quello dei cervelli?
«Esatto, questo è stato il tentativo. Si è affermato, in maniera non vera, che i ragazzini (Fioravanti, Mambro e Ciavardini, ndr) avevano sempre ammesso le loro responsabilità ma è documentato che ciò non è vero. Hanno anzi sempre ingannato i giudici e anche nelle cose che avevano confessato. Per cui viene sempre più fuori che ci sono elementi che possano consentire delle perplessità e dei dubbi, ma ciò che viene scritto nei libri è qualcosa di assolutamente vago e inconsistente».
Questo nonostante Fioravanti continui a dichiararsi innocente per la strage, oltre che per gli omicidi Pecorelli e Mattarella?
«Lui nega anche di essere il responsabile di un’altra strage per la quale è stato condannato con sentenza definitiva. Poi ha tentato di imbrogliare i giudici per quanto riguarda gli autori dell’omicidio del giudice Amato, che era l’unico avanposto che la procura di Roma aveva costituito contro il pericolo neofascista e fu assassinato nel giugno del 1980. Poi le ragioni dell’omicidio Mangiameli, inquietante personaggio siciliano di Terza Posizione. Anche qui ci sono state una serie di bugie una dietro l’altra per nascondere le ragioni di quell’assassinio. Che io ritengo collegate all’assassinio Mattarella».
C’è ancora qualcosa da capire nella strage di Bologna?
«Certamente, bisogna mettere in piedi le ragioni per cui i servizi segreti sono scesi in campo in maniera così massiccia, duratura, ossessiva, per impedire che i giudici arrivassero alla verità. E quando questi sono arrivati alla verità, seppur parziale, perché hanno continuato a non accettare quella verità e a contrastarla in ogni modo».
Si può dire allora che le contestazioni che i bolognesi riservano ogni anno agli esponenti del governo sono frutto di un senso di “contrapposizione” con lo Stato?
«Certo, difatti i fischi che normalmente hanno accompagnato le manifestazioni sono proprio il segno di questa contrapposizione che viene avvertita tra i cittadini che vogliono la verità e lo Stato che si ostina a negarla. Questo è un po’ il conflitto che viene fuori e queste manifestazioni così vaste, così importanti, sono la celebrazione dell’importanza della memoria».
Perché è importante la memoria in questi casi?
«Bisogna ricordare le tragedie del nostro Paese perché solo così si può tentare di impedirne delle altre. È questo il senso delle celebrazioni del 2 agosto».
Si devono difendere le sentenze perché sono l’unico spiraglio di verità che si è ottenuto quindi.
«Certo, non solo, ma bisogna anche chiedere che si vada avanti, che i mandanti e le ragioni di questo eccidio, che è stato il più grande della storia d’Italia, vengano alla luce».
Per concludere possiamo dire che la strage di Bologna rappresenta un po’ la summa di tutto il periodo degli anni di piombo?
«Certo, c’è dietro tutto l’intreccio dei rapporti tra P2 e neofascismo, tra P2 ed eversione, tra P2 e stragi. Questo è il nodo che va nascosto».
«Strage di Bologna, tragedia da ricordare per evitarne altre»
Libero Mancuso parla al Corriere del 30º anniversario della strage e del suo significato
Di LEONARDO N. MOLINELLI
Articolo pubblicato il: 2010-07-31
«È una verità scomoda» quella della strage di Bologna. Libero Mancuso ne è più che convinto. Ed è per questo che in tanti provano a negare e a contrastare le sentenze passate in giudicato che hanno condannato Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini per la più grande strage della storia italiana.
«Non ci sono riusciti ma non demordono», spiega l’ex presidente della Corte d’assise di Bologna, sezione unica, oltre che ex presidente della Sezione del Riesame che della bomba del 2 agosto 1980 si è occupato di persona. «Scendono in campo personaggi di varia estrazione politica per tentare di scardinare le prove acquisite nei processi. Sono anni e anni che va avanti questa storia. Questa verità è scomoda. Le stragi devono avere un autore».
Perché le sentenze non vengono ritenute attendibili e si cercano altre verità?
«Avevano promesso che ci sarebbe stata la revisione del processo nell’immediatezza del passaggio in giudicato della sentenza di condanna definitiva e invece non hanno avanzato questa richiesta. Ogni tanto vengono fuori con nuove verità. Si tratta sempre di sciocchezze, di invenzioni, frutto di fantasia e questa storia va avanti da tanti anni».
Perché non si può accettare la verità giudiziaria, ci sono parti della sentenza che possono dar adito a dubbi e riletture?
«C’è da considerare che sono stati condannati, per avere ingannato i giudici e deviato le indagini, i vertici del nostro servizio segreto e i vertici della P2, che da anni coincidevano. Dunque, evidentemente quegli autori materiali non erano poi dei ragazzini ma sono persone che hanno servito il potere politico probabilmente anche in omicidi e sono in grado di condizionare. Non ci inganniamo quando affermiamo che gran parte del potere politico è sottoposto a pesanti condizionamenti».
Si tenta di sminuire il ruolo degli esecutori per sminuire quello dei cervelli?
«Esatto, questo è stato il tentativo. Si è affermato, in maniera non vera, che i ragazzini (Fioravanti, Mambro e Ciavardini, ndr) avevano sempre ammesso le loro responsabilità ma è documentato che ciò non è vero. Hanno anzi sempre ingannato i giudici e anche nelle cose che avevano confessato. Per cui viene sempre più fuori che ci sono elementi che possano consentire delle perplessità e dei dubbi, ma ciò che viene scritto nei libri è qualcosa di assolutamente vago e inconsistente».
Questo nonostante Fioravanti continui a dichiararsi innocente per la strage, oltre che per gli omicidi Pecorelli e Mattarella?
«Lui nega anche di essere il responsabile di un’altra strage per la quale è stato condannato con sentenza definitiva. Poi ha tentato di imbrogliare i giudici per quanto riguarda gli autori dell’omicidio del giudice Amato, che era l’unico avanposto che la procura di Roma aveva costituito contro il pericolo neofascista e fu assassinato nel giugno del 1980. Poi le ragioni dell’omicidio Mangiameli, inquietante personaggio siciliano di Terza Posizione. Anche qui ci sono state una serie di bugie una dietro l’altra per nascondere le ragioni di quell’assassinio. Che io ritengo collegate all’assassinio Mattarella».
C’è ancora qualcosa da capire nella strage di Bologna?
«Certamente, bisogna mettere in piedi le ragioni per cui i servizi segreti sono scesi in campo in maniera così massiccia, duratura, ossessiva, per impedire che i giudici arrivassero alla verità. E quando questi sono arrivati alla verità, seppur parziale, perché hanno continuato a non accettare quella verità e a contrastarla in ogni modo».
Si può dire allora che le contestazioni che i bolognesi riservano ogni anno agli esponenti del governo sono frutto di un senso di “contrapposizione” con lo Stato?
«Certo, difatti i fischi che normalmente hanno accompagnato le manifestazioni sono proprio il segno di questa contrapposizione che viene avvertita tra i cittadini che vogliono la verità e lo Stato che si ostina a negarla. Questo è un po’ il conflitto che viene fuori e queste manifestazioni così vaste, così importanti, sono la celebrazione dell’importanza della memoria».
Perché è importante la memoria in questi casi?
«Bisogna ricordare le tragedie del nostro Paese perché solo così si può tentare di impedirne delle altre. È questo il senso delle celebrazioni del 2 agosto».
Si devono difendere le sentenze perché sono l’unico spiraglio di verità che si è ottenuto quindi.
«Certo, non solo, ma bisogna anche chiedere che si vada avanti, che i mandanti e le ragioni di questo eccidio, che è stato il più grande della storia d’Italia, vengano alla luce».
Per concludere possiamo dire che la strage di Bologna rappresenta un po’ la summa di tutto il periodo degli anni di piombo?
«Certo, c’è dietro tutto l’intreccio dei rapporti tra P2 e neofascismo, tra P2 ed eversione, tra P2 e stragi. Questo è il nodo che va nascosto».
alessia (Anonimo)
(mercoledì 4 agosto 2010)
x assunta: hai ragione è terrificante...
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